Imola - Mi viene facile (quasi obbligatorio) scrivere due righe
sul giornalino di una squadra come la Virtus, che da più di
trent'anni è diventata compagna di viaggio tra divertimento
e lavoro e con la quale ho vissuto pagine belle e altre umilianti
degli ultimi tre decenni di questo sport che per me è da sempre
il più bello. E' invece ben più complicato dissertare
su questa Toyota, fin qui mai vista in partite vere, ma di cui ho
notizie solo attraverso le parole di amici e colleghi, che mi parlano
di una squadra che sempre appassiona, che talvolta non riesce a divertire,
ma che riesce a portare a casa risultati ugualmente positivi.
Ricordo di aver scritto proprio un anno fa, pressappoco in questo
periodo, un pezzo su queste colonne nel quale ammettevo di non essere
affatto stupito dell'inizio brillante della squadra di Salieri, dalla
quale in pochi si aspettavano un cammino così autoritario,
ma intorno alla quale non c'era poi grande fiducia. Ricordo di non
avere avuto dubbi nel prevedere che alla fine i conti del presidente
Galassi e di Stefano Salieri sarebbero tornati e che la Virtus non
avrebbe allentato la presa. Così è stato, col play-off
guadagnato e poi perso con onore da Trapani, alla fine di una annata
nella quale i gialloneri vinsero 21 volte su 35 e col fiore all'occhiello
di non aver mai perso più di due volte di fila.
Poi è arrivata l'estate ed i tanti cambiamenti nella squadra
giallonera dove però l'unico uomo veramente fondamentale è
rimasto al proprio posto, anche se eccessivamente tormentato da alcuni
avvenimenti del mercato della propria squadra. Stefano Salieri ha
rivoltato come un guanto la propria squadra e pur senza disporre di
un portafogli troppo capiente, in una categoria dove tanti club hanno
investito cifre da serie superiore, è riuscito a fare quadrare
i conti sia a livello tecnico che economico. Ancora una volta la Virtus
è partita tra qualche diffidenza di una parte della sua tifoseria
e anche degli addetti ai lavori, ma adesso che ci avviciniamo al giro
di boa e a uno dei derby più sentiti, i conti tornano ancora.
La vittoria di Brescia col Lumezzane a metà settimana, ha subito
rimediato alla sconfitta con Castelletto e la Virtus arriva al confronto
col Gira al quarto posto in classifica con due lunghezze sulla nona
e quattro sui rivali nero arancio, che la Virtus ha battuto sette
volte su nove al PalaRuggi nel periodo di presidenza Galassi.
Proprio come l'anno scorso la Virtus targata Salieri continua a fare
poca differenza tra casa e trasferta, costruisce le propria imprese
con la sua difesa quasi sempre produttiva, ma se poi andiamo a guardare
la qualità delle vittorie giallonere, si scopre che anche quest'anno
Bonaiuti e compagni vincono quasi sempre con le squadre della seconda
parte della classifica e di solito inciampano contro le prime della
classe. E' comunque anche questa una Virtus ad alto profilo, che adesso
che ha ampliato l'organico può continuare a correre per le
prime posizioni e completare un'altra stagione sopra le righe. Dopo
qualche anno di grandi spese o delusioni cocenti, la Virtus etichetta
Galassi e Lo Presti ha infilato la strada giusta per un club che vuole
coniugare risultati e bilancio. Probabilmente non verrà pagata
troppo la rinuncia a Stefano Penzo, che fu tra gli artefici della
costruzione delle ultime due Toyota, perché tanto a far tornare
i conti, quelli del campo, ci penserà l'altro Stefano, quel
Salieri a cui il club di via Pisacane probabilmente non può
proprio fare a meno.
Piero Petrini |