Imola - E' appena sfumata la possibilità di vedere la Coppa America a Napoli - Dio ci salvi dalle idiozie di un finto italiano come Bertarelli -, allora mi viene spontaneo usare delle metafore da lupo di mare, per parlare di questa Toyota. Ci avviciniamo al giro di boa in maniera quasi inarrestabile, e non si possono dunque non fare dei bilanci su questa stagione che, a dire il vero, è iniziata da una tempesta, ha visto più volte la luce del sole e ora sta mulinando in mezzo a stracci di nubi da cui però fa capolino quello stesso sole che magari, qualche giornata fa, ci aveva illuso di poter essere ancora più in alto. Questa Toyota non è una squadra che macina gli avversari, e lo sappiamo bene: eppure, strano caso del destino, come l'anno scorso sta sciorinando diverse belle partite, sorprendendo quegli addetti ai lavori che, alla vigilia, vedevano la squadra imolese in netta parabola discendente dopo il quinto posto e il play-off stupendo dell'anno scorso con Trapani. Ingenui. Questa squadra è una vera e propria roccaforte, uno scoglio per chi la vuole attraversare: forse è un fatto epidermico, quello di non dare fiducia alla Toyota e al suo mentore Salieri - sul cui valore alla Phil Jackson non ha senso soffermarsi ulteriormente - forse Imola, che non avrà speso i miliardi come Rieti o Caserta, fa un po' paura, perché è l'archetipo di squadra rivelazione che, pescando dalle seconde linee pregiate, o più semplicemente da talenti dimenticati o giovani estrosi, può smentire qualsiasi credo, giornalisticamente parlando, razionale. Eppure qualche ombra c'è: negli ultimi due match contro i cugini della via Emilia, non si è visto un grande attacco, e solo il nostro capitano Bonaiuti ci ha regalato la quantità. Forse mancano le alternative offensive - e chi possa supplire o aiutare Maurino - sta di fatto che ci aspettiamo un nuovo arrivo sulla scialuppa di Salieri, a prescindere da Andrea Grossi, che a dir la verità, poteva essere una vera ancora di salvezza per la Toyota. Infine, vedendo la Virtus a metà classifica, e attendendo gli scontri improbi con Cento e Soresina che chiuderanno la prima contesa, non possiamo che lasciarci tra le speranze: perché, come diceva Montale parlando della "sua Toyota" invischiata in tempeste, l'acqua è la forza che ti tempra, nell'acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un'alga, un ciottolo, un'equorea creatura che la salsedine non intacca ma torna al lido più pura.