IERI
Alzi la mano chi di quelli a Forlì sabato scorso non è
uscito dal Villa Romiti con l'amaro in bocca! Così va bene.
Nessuno.
Ci speravamo. Ci speravamo e ci credevamo, noi emigranti giallo-neri;
soprattutto dopo i primi due quarti esaltanti in cui ce la siamo
giocata alla pari con la capolista. E che capolista!
Poi, colpa di qualche ingenuità tattica, un po' di stanchezza,
alcune fischiatine modello "Juve delle Alpi", e con
le mani roventi dei forlivesi (a proposito, se volete una primizia,
Forlì quest'anno vince un tubo, parola dell'ultimo boy-scout)
eccoci serviti con 19 bignè già incartati e pronti
da portare a casa, sinceramente troppi, per chi ha visto la partita.
Ma la realtà resta immutata, e cioè che quasta Toyota
giovane ed ingenua quanto grintosa e sempre spregiudicata, con
il ghigno Bonaiuti e l'imperturbabilità di Sciarabba, ci
ha fatto riscoprire la gioia di osare. E di crederci contro chiunque.
Soecialmente dopo il colpo di Ozzano e la suonata a Cento.
OGGI
Montegranaro è una bella squadra, forse la migliore del
girone per completezza nell'organico ed equlibrio nei ruoli.
Euro spesi parecchi, e ambizioni d'alta classifica altrettante.
Stanno quattro punti dietro, ma questo non vuol dire niente.
Sarà una delle partite più difficili dell'anno
e la gang di Sally dovrà darci di brutto se si vuole
continuare il cammino in casa, cosa che in B1 è fondamentale.
Che i marchigiani chiudano l'anno in alta classifica è
più che probabile. Tocca a noi rallentargli la salita
di una domenica.
Buona partita a tutti.
DOMANI
Ormai la B1 la conosciamo, è così da anni. Prima
metà della stagione dove l'equlibrio regna sovrano, classifica
corta e davanti si vedono anche due o tre di quelle squadre
che i "poveri" giornalisti di Superbasket avevano
classificato con una o due misere stelline (o pallini) colpevoli
solo di aver comprato al mercato sardine e merluzzi anziché
aragoste e gamberoni.
Poi nella seconda metà, tornano a galla gli squadroni,
stretti dalle morse dei presidenti che hanno speso, e a tavola
vogliono essere i primi. Arrivati perciò a maggio ci
si accorge che gli equilibri ipotizzati su carta a settembre
non erano poi così sballati.
Una sorpresa o due ci sono sempre, come ci sono sempre un paio
di delusioni, a pareggiare la bilancia. E' sempre cosi, anno
dopo anno.
E allora senza gufarla a nessuno (tanto meno a noi altri), questa
giovane Virtus da salvezza è solo una cometa d'inizio
stagione o corre per il posto di sorpresa finale? Chi lo sa!
L'unica ricetta che ha dimostrato funzionare in questo torneo
è quella del sudore, degli animi sereni e dei piedi sempre
ben appoggiati a terra.
Luca Costa
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