Imola - Ancora otto giornate e poi calerà la tela sulla
prima stagione della nuova era in casa Virtus. Proprio a metà
del girone di ritorno, con sole sette partite da fare, la Toyota
occupa il quarto posto in classifica, con due soli punti di
vantaggio sulla nona (prima esclusa dal play-off), ma sei sulla
undicesima e cioè sulla prima di sei squadre che la salvezza
se la giocheranno al play-out. Gli imolesi hanno fin qui vinto
14 volte su 24 e al paragone con le ultime stagioni (pressappoco
a questo punto del campionato) questa Virtus ci fa davvero una
gran figura, nonostante i budget si siano ridotti e la filosofia
di costruzione della squadra sia cambiata.
Per capire la portata del torneo che stanno disputando Bonaiuti
e compagni, basta dare un'occhiata al cast di squadre che sta
correndo nelle posizioni di classifica vicine alla Virtus, per
capire che questo torneo vale tanto, in assoluto, ma soprattutto
in rapporto alle attese estive.
Galassi e Lo Presti si affidarono a Stefano Salieri e Stefano
Penzo, che anziché tenersi o chiedere giocatori costosi,
di nome o di esperienza, si sono costruiti una squadra giovane
e pescando più che altro dalla B2 i giocatori fidati,
per costruire una intellaiatura di squa-dra, che fin qui è
stata la cosa più evidente, aldilà dei risultati
per ora più che lusinghieri, se non entusia-smanti.
La Toyota ha vinto tanto, magari non ha spesso sfodera-to gioco
scintillante o spettacolare, però sul campo ha sempre
mostrato un volto e una identità. Sfruttando al massimo
le proprie capacità tecniche e fisiche (per altro non
eccelse) ha quasi sempre battuto le squadre di spessore medio
basso, ma ha talvolta mostrato la corda contro le più
forti. Ha fatto il massimo e anche qualcosa di più, specie
in quelle partite (i derby più sentiti, o le sfide chiave
per la classifica) in cui le risorse morali valevano doppio
e nonostante qualche ingiusta critica che gli è piovuta
addosso negli multimi tempi, il Salieri 2 per il club giallonero
è stato un vero e proprio affare (come lo fu Giorgio
Tampieri) nel rapporto prezzo qualità degli organici
a disposizione.
Il coach castellano che chiuse malamente la sua prima esperienza
alla Virtus di Augusto Brusa, sia per la giovane età,
ma pure per un organico inadeguato, ha dimostrato nella propria
carriera di sapere lavorare in modo più che egregio col
materiale povero (anche perché quello ricco non glielo
hanno quasi mai affidato), che anche via Pisacane gli poteva
offrire seppure con grande dignità e ottima organizzazione.
Grazie a questo tecnico, che come tanti suoi colleghi può
anche sbagliare qualche cambio di giocatore o tipo di difesa,
la Virtus ha scoperto una programmazione fondata sui giovani,
che da tempo non conosceva, ma che poi andrà completa-mente
verificata negli anni futuri.
Domenica con la Casertana (seconda squadra della città
campana, ma solo per ordine d'apparizione in B1) la Toyota si
gioca un bel pezzo di play-off, perché, proprio come
già capitato con Castel San Pietro c'è una vittoria
in trasferta dell'andata da bissare e un altro prezioso 2-0
da mettere in saccoccia e da fare fruttare alla fine in caso
di arrivi al fotofinish. Per ora i gialloneri sono da play-off
e questo capita dall'inizio della stagione: se riusci
ranno a mantenere questo piazzamento fino in fondo, oltre che
un evento raro delle ultime annate virtussine, sarebbe un gran
risultato. Naturalmente con una firma più nitida di altre:
quella del tecnico.
Piero Petrini
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